L'Arte e la Memoria

Esposizione di mail art per celebrare la Giornata della Memoria, a cura di Cristiano BeccalettoInaugurazione della mostra Venerdì 24 gennaio alle ore 17.30.

Sono esposte alcune opere di Michel Fingesten (1883 attuale Repubblica Ceca – 1943 Cerisano CS) artista apolide di origine ebraica esule in Italia, internato a Civitella del Tronto prima e a Ferramonti Tarsia (CS) dove morirà nel 1943 appena dopo la liberazione del campo. Nella mostra uno spazio è dedicato a riproduzioni dei disegni realizzati a Terezin dai Bambini internati e da alcune loro poesie. A completare il percorso espositivo 25 Mail art realizzate sul tema della Memoria da 15 artisti italiani: Ettore Antonini, Cristiano Beccaletto, Mattia Caruso, Luigi Casalino, Giovanni Daprà, Federica Fiorenzani, Anna Laura Folena, Lanfranco Lanari, Valerio Mezzetti, Marcela Miranda, Ivo Mosele, Francesco Porcelli, Luciano Ragozzino, Fabio Sironi, Elisabetta Viarengo Miniotti. In mostra anche alcune pubblicazioni inerenti alla Shoà.

Sono passati ottantasette anni dai prodromi delle leggi razziali in Germania, il 7 aprile 1933 il governo tedesco approvò la prima legge razziale e il 15 novembre successivo il ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels istituì la Camera della Cultura del Reich (Reichskulturkammer), che di fatto stabiliva quali artisti potevano lavorare e cosa si potesse mostrare al pubblico: una ferrea censura costrinse i pochi artisti non allineati rimasti in Germania al silenzio. Nell’estate del 1937 venne organizzata a Monaco la mostra “L’arte degenerata – Entartete Kunst” che attirò oltre due milioni di visitatori (l’ingresso era gratuito) per nulla concordi con l’idea che quell’arte non fosse degna di essere chiamata tale secondo i dettami del regime.

Gli artisti sono per loro natura uomini liberi; in particolare di fronte ad eventi come la privazione della libertà e dei diritti civili, la guerra, il sacrificio di innocenti, lo sterminio, fanno emergere dall’intimo la voce del loro dissenso ricordando con la loro arte i tragici eventi dell’Olocausto. La creatività è allora una sorta di testimone del tempo, un racconto per immagini delle vicende. Immagini che sono frutto di letture, visione di filmati e fotografie, documenti storici. Una storia, forse solo in apparenza, ormai sedimentata nel tempo.

Altra cosa sono le testimonianze di chi ha vissuto quel tempo e quegli avvenimenti, i testimoni, attori a forza, loro malgrado. Come Michel Fingesten artista apolide di origine ebraica esule in Italia, poi arrestato e internato a Civitella del Tronto prima e a Ferramonti Tarsia dove morirà nel 1943 appena dopo la liberazione del campo; come i Bambini di Terezìn, che trovarono un modo per essere “liberi” scrivendo e disegnando il loro dramma. Quasi che volessero raccontare a quelli che sarebbero venuti dopo la loro storia, per non essere dimenticati. Appare chiaro allora come artisti e poeti, scrittori, attori e registi abbiano ricevuto quel messaggio e vogliano con le loro opere continuare il cammino nel tempo. Accostare fra loro alcune opere di Michel Fingesten, dei Bambini di Terezìn e di artisti contemporanei è utile a ricercare le affinità che collegano i vari periodi storici: leggi razziali, internamento e Memoria. Una storia lunga decenni ed ancor oggi di sconvolgente attualità che l’Arte vera non può ignorare, per non dimenticare, per non ripetere.


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