Palazzo Betta Grillo - Palazzi Aperti 2022

I palazzi d'arte tra storia e cultura

Abitazione patrizia con importanti cicli pittorici, un salone al piano nobile che costituisce un unicum nell’architettura della Vallagarina e un giardino botanico con una grande varietà di specie ornamentali.

Nel 1728 il palazzo, fatto costruire dalla comunità della Regola di Lizzana, fu acquistato dalla famiglia Betta. Al momento del passaggio di proprietà, l’edificio era ancora incompleto e fu terminato solo nel 1730.

Il piano nobile di palazzo Betta-Grillo risulta estremamente rappresentativo della raffinatezza e del lusso che si erano diffusi nelle abitazioni patrizie di Rovereto nel corso del Settecento. I cicli pittorici testimoniano inoltre l’amore per l’arte e l’elevato livello culturale della committenza, elementi chiave di un periodo contraddistinto da una grande vivacità intellettuale.

Palazzo Betta-Grillo custodisce al suo interno un importante ciclo pittorico composto da sette tele di grande formato raffiguranti episodi della vita di Mosè. L’autore dei quadri è Gasparantonio Baroni Cavalcabò, uno dei più importanti artisti lagarini del XVIII secolo, che in questo caso lavorò in collaborazione con il più anziano cugino Giovanni, anch’egli pittore.

Estremamente interessante è anche il salone del piano nobile del palazzo che costituisce un unicum nell’architettura della Vallagarina tra il XVIII ed il XIX secolo. Questo spazio di rappresentanza è caratterizzato da una cupola ellittica a lacunari dipinta sul soffitto con effetto illusionistico e da due diaframmi, realizzati mediante vere colonne di marmo rosa, che suddividono lo spazio interno in tre ambiti distinti. Alle pareti si può ammirare un ciclo pittorico che raffigura scene tratte dall’Orlando Furioso. Tali dipinti furono realizzati sul finire del Settecento da Giovanni di Dio Galvagni, artista originario di Isera.

Il mobilio e gli ornamenti delle stanze hanno subito danni abbastanza limitati durante le devastazioni ed i saccheggi della Grande guerra; fatto raro in una città che uscì prostrata dagli eventi bellici. L’edificio si è poi salvato dai bombardamenti effettuati durante il secondo conflitto mondiale e, grazie ad una manutenzione leggera e costante, dal degrado dovuto al trascorrere degli anni.

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