Giorno del ricordo
Con legge del 30 marzo 2004 è stato istituito il 10 febbraio di ogni anno il Giorno del Ricordo, “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.L’espressione “Adriatico amarissimo” è di Gabriele D’Annunzio e si riferisce alla dominazione, fino al 1914, dell’Impero austro-ungarico sull’Adriatico, ma questo mare e le sue coste e i popoli che da sempre lo abitano, per secoli hanno subito una presenza dominante e straniera, tanto più nel XX secolo.
Nel racconto dello storico Raoul Pupo, “la stagione delle fiamme” e la “stagione delle stragi” si succedono, senza sosta, al confine orientale della regione adriatica. “Chi oggi, venuto da chissà dove, d’estate prende il sole a Capo Promontore, al vertice del triangolo istriano e guarda il mare senza fine, non immagina che neanche settant’anni prima dalla terra alle sue spalle almeno metà della popolazione, quella italiana, ha dovuto prendere la via dell’esilio.
Chi naviga fra i mille scogli della Dalmazia, dove tutto è azzurro e bianco, di solito non sa che l’isola amena all’orizzonte, Arbe/Rab, ha ospitato durante la seconda guerra mondiale un campo di concentramento in cui sono morti a frotte donne, vecchi e bambini, sloveni e croati, deportati dalle loro case distrutte dalle truppe italiane di occupazione.
Non sa nemmeno che l’altra roccia un po’ più in là, l’Isola Calva (Goli Otok) ha visto funzionare il più spaventoso dei campi di rieducazione inventati dallo stalinismo in versione titoista. Che tutto ciò sia potuto accadere non stupisce visto che quasi tutto il Vecchio Continente, in quei decenni fra due guerre mondiali e una guerra fredda, ebbe modo di sperimentare gli orrori della modernità al servizio di progetti di conquista.
Alcune parti d’Europa, come la riviera adriatica, ebbero però in sorte di provare in rapida successione alcune forme di dominio tra le più brutali fra quante popolarono il secolo breve: fascismo, nazismo, comunismo. Esse si affermarono con la violenza e sull’esercizio della violenza fondarono in buona parte il loro potere”. (Raoul Pupo, “Adriatico amarissimo”
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